martedì 19 luglio 2022

Annunciano una corsa di levrieri e vengono travolti dalle polemiche: l'ippodromo di Varese cancella la gara


I levrieri non correranno all’ippodromo di Varese: la dimostrazione di coursing (una disciplina che simula la caccia a vista, in cui i cani corrono all’inseguimento di un fantoccio che imita la preda) che si sarebbe dovuta tenere sabato 16 luglio sulla pista de Le Bettole è stata annullata a causa delle polemiche che si sono scatenate negli ultimi giorni in città.

L’annuncio dell’iniziativa aveva infatti suscitato le proteste delle associazioni animaliste, a cominciare dalla sezione varesina della Lega nazionale per la difesa del cane (LNDC), che dal 2017 gestisce il canile municipale della città e aveva lanciato un appello tramite la propria pagina Facebook: “Chiediamo alla cittadinanza di non partecipare a questo evento – si legge nel post – Come LNDC, sempre attenti al benessere animale, stiamo già facendo le dovute verifiche affinché queste manifestazioni non rechino danno a nessun cane e siamo altresì in contatto con le principali associazioni per coordinare le nostre azioni”.

Una reazione che gli organizzatori non si aspettavano e che li ha indotti a fare marcia indietro: “La valenza dell’evento è stata completamente travisata. Noi amiamo gli animali, che si tratti di cavalli, cani o altre specie, e in nessun modo le attività previste andavano a contrastare questa ferma posizione – sottolinea Giovanni Borghi, consigliere della Società Varesina Incremento Corse Cavalli, che gestisce l’ippodromo – Quella in programma era una dimostrazione, non una corsa. Il nostro unico intento era quello di presentare al pubblico una disciplina poco nota in Italia. Comunque abbiamo deciso di annullarla, in segno di apertura e disponibilità verso i cittadini tutti”.

Decine di commenti di rabbia e indignazione – “È vergognoso che Varese permetta una cosa del genere. Fate qualcosa” e ancora “Animali sfruttati per il divertimento degli umani nel 2022. Siamo tornati nel Medioevo” – avevano invaso la pagina Facebook dell’ippodromo, dove il post che annunciava la dimostrazione di coursing è stato rimosso nelle prime ore di questa mattina.

Non prima però che l’account ufficiale de Le Bettole postasse una replica alle accuse: “Tranquilli, all’ippodromo siamo più animalisti di voi. Non si tratta di ‘racing’ come in Inghilterra o in Spagna, nel ‘coursing’ i cani non raggiungono velocità elevate – era il commento, poi cancellato quando è stata presa la decisione di annullare l’evento – Non esiste sfruttamento, è una disciplina del tutto amatoriale che si pratica per puro divertimento del cane. Il percorso è prettamente dimostrativo, sono solo i 200 metri della dirittura d’arrivo, giusto per condividere la bellezza di questi cani in azione”.

Proprio sul presunto divertimento degli animali si concentrano però le perplessità degli animalisti: “I levrieri amano correre, ma non certo in pista cercando di catturare una finta preda che non riescono mai a raggiungere – sottolinea Michele Pezone, avvocato di LNDC – Quello delle corse dei cani è un tema di cui speravamo di non doverci più occupare dopo la chiusura degli ultimi due cinodromi italiani nel 2002. Invece purtroppo di recente ho depositato un ricorso al Tar di Venezia in merito all’impianto per le corse dei levrieri in costruzione a Maserada sul Piave, in provincia di Treviso”.

Secondo Pezone è “paradossale che queste manifestazioni siano ormai vietate in un numero crescente di Paesi, per esempio negli Usa dove oltre 40 Stati le hanno abolite, e che in Italia si torni a parlarne dopo 20 anni. Eravamo convinti di essercele definitivamente lasciate alle spalle, invece purtroppo non è così”.

Se infatti le scommesse sulle corse dei cani sono vietate nel nostro Paese, rimangono le corse amatoriali regolamentate dall’Enci (Ente nazionale cinofilia italiana): la dimostrazione del 16 luglio a Varese avrebbe infatti dovuto anticipare una giornata di corse organizzata proprio dall’Enci a Le Bettole per il prossimo novembre.

A questo punto anche quell’evento è in forse: “Ci sarà modo e tempo di fare le valutazioni del caso, anche se non vedo perché non si possa ospitare una manifestazione che rispetta pienamente tutte le normative – conclude Giovanni Borghi – Non ho mai assistito a corse di questo tipo ed ero molto curioso. Non mi aspettavo l’ondata di odio da cui siamo stati investiti”.

di Lucia Landoni - Repubblica


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