domenica 13 dicembre 2020

CACCIA, ARRIVA LA "RECINTO TAX". SOPRUSO DELLA REGIONE ABRZZO SUI CITTADINI CHE VOGLIONO VIETARE LA CACCIA SUI PROPRI TERRENI


La Regione Abruzzo si inventa una sorta di "recinto tax" da migliaia di euro.

L'incredibile caso: l'ente sbaglia legge e impone balzello pesantissimo ai tanti cittadini preoccupati per la propria incolumità che hanno chiesto di vietare la caccia sui propri terreni: "costruite recinzioni alte 1,2 metri" da migliaia di euro invece di mettere semplici tabelle da un euro esenti tasse.
Stazione Ornitologica Abruzzese: ora diffida, poi esposti ad ogni livello affinché si valutino eventuali abusi, omissioni e danni erariali, patrimoniali o esistenziali.
La Regione Abruzzo si inventa l'ennesimo balzello per i cittadini, una sorta di "recinto tax" da migliaia e migliaia di euro imponendo alle persone che vogliono vietare l'accesso ai cacciatori sui propri terreni di recintarli con muri o reti metalliche, con spese enormi, quando basterebbero, secondo la legge nazionale 157/1992, semplici tabelle da pochi euro esenti da tasse.
L'incredibile caso è il seguente. Nelle scorse settimane tanti cittadini hanno puntualmente chiesto alla Regione Abruzzo di vietare la caccia sui propri terreni in base ad una specifica possibilità prevista dall'art.15 della legge nazionale 157/1992 che disciplina l'attività venatoria. Infatti, esiste questo caso speciale in cui, al momento dell'approvazione del Piano Faunistico Venatorio, cosa avvenuta a fine settembre dopo decenni, la legge consente ai privati di richiedere alla Regione di imporre il divieto di caccia sui propri terreni.
I commi 3 e 5 dell'articolo 15 sono chiarissimi nel definire le modalità con cui la richiesta, se accolta, viene attuata:
"3. Il proprietario o conduttore di un fondo che intenda vietare sullo stesso l'esercizio dell'attivita' venatoria deve inoltrare, entro trenta giorni dalla pubblicazione del piano faunistico-venatorio, al presidente della giunta regionale richiesta motivata che, ai sensi dell'articolo 2 della legge 7 agosto 1990, n. 241, dalla stessa e' esaminata entro sessanta giorni.
...
5. Il divieto e' reso noto mediante l'apposizione di tabelle, esenti da tasse, a cura del proprietario o conduttore del fondo, le quali delimitino in maniera chiara e visibile il perimetro dell'area interessata."
Cosa risponde incredibilmente la dirigente della regione Sico? Invece di istruire le tantissime pratiche pervenute esaminando caso per caso quelle che vanno accolte e quelle che vanno rifiutate, motivando ovviamente il diniego, pretende di far costruire recinzioni come muri o reti metalliche tutto attorno alle proprietà per un'altezza di 1,2 metri, imponendo illegittimamente costi esorbitanti da migliaia se non decine di migliaia di euro, a seconda della superficie.
Peccato che la norma regionale citata dalla dirigente regionale sia quella che regola la chiusura dei terreni in qualsiasi altro momento mentre la procedura attivata dai cittadini riguarda come detto un caso completamente diverso, come detto quello della "finestra" temporale di soli 30 giorni prevista in caso di approvazione del Piano faunistico venatorio, in cui valgono altre procedure molto chiare ed inequivocabili. Tra l'altro già sarebbe un salasso in tempi normali, figurarsi oggi con la crisi del Covid.
Dichiara l'Avv. Michele Pezone "Ho già avuto mandato per diffidare la regione e di proporre, qualora non facciano marcia indietro, di interessare le procure per valutare la sussistenza di eventuali reati nonché di contestare eventuali danni erariali, patrimoniali o esistenziali. Faccio notare che tanti cittadini hanno esercitato un loro diritto alla luce di norme chiarissime e certo non si possono frapporre ostacoli sbagliando per giunta pure l'articolo di legge quando i cittadini avevano esplicitamente indicato la procedura alla base della loro richiesta, quella speciale, appunto, prevista dalla legge nazionale nel caso specifico dell'approvazione del Piano faunistico. I cittadini diligentemente hanno chiesto di escludere i propri terreni dalla programmazione faunistica motivando la domanda in maniera approfondita. Ad esempio, tanti hanno paura. Sono preoccupati per la propria incolumità e di quella dei propri cari in considerazione dei numerosi incidenti di caccia che avvengono coinvolgendo anche persone che magari stanno facendo una semplice passeggiata sui propri terreni. Questa richiesta si può respingere solo se contrasta con la programmazione venatoria. Se, invece, viene accolta, basterà, come dice la legge in maniera evidente anche ad un profano, mettere tabelle esenti da tasse."
Dichiara Massimo Pellegrini, presidente della Stazione Ornitologica Abruzzese "Non so cosa sia più deprimente, la mancanza di conoscenza di norme nazionali chiarissime oppure il vero e proprio sopruso che la Regione vuole imporre ai cittadini con un salasso economico. Ovviamente reagiremo a tutti i livelli, ci siamo stancati di questi atteggiamenti ostruzionistici e infondati quando addirittura vengono ferite o peggio uccise persone mentre stanno semplicemente godendo della propria campagna. È veramente insopportabile che un privato non possa trascorrere il tempo libero in tranquillità dove vive oppure dove vuole trascorrere in santa pace un week-end, pagando pure un'IMU salata allo Stato per i propri terreni. I cittadini che hanno fatto richiesta ci contattino perché porteremo il caso a tutti i livelli affinché i loro diritti siano rispettati"

Fonte: comunicato stampa Stazione Ornitologica Abruzzese

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