mercoledì 27 gennaio 2016

Delfinario di Rimini. Domani il processo, l'Enpa si costituirà parte civile. La battaglia prosegue anche al di fuori delle aule giudiziarie

Roma, 27 gennaio 2016 – L'Ente Nazionale Protezione Animali si costituirà parte civile nel procedimento contro il Delfinario di Rimini, nella persona del legale rappresentante e della veterinaria, accusati tra gli altri per i reati di maltrattamento di animali e di detenzione in condizioni incompatibili; delitti dai quali è originato il sequestro di quattro esemplari di delfini della specie Tursiops truncatus. In tale sede Enpa, rappresentata dall'avvocato Michele Pezone, chiederà sia resa giustizia agli animali e che gli imputati, qualora vengano condannati, siano puniti in modo esemplare.

Ma la battaglia della Protezione Animali contro la struttura riminese prosegue anche la di fuori delle aule giudiziarie, visto che il delfinario – nonostante non abbia la prescritta licenza ad operare come giardino zoologico e sebbene si sia visto recapitare un provvedimento di chiusura – continua comunque ad organizzare spettacoli con animali (otarie). E lo continua a fare in forza di un'autorizzazione, quanto meno surreale (per usare un eufemismo), concessa alla struttura in qualità di “spettacolo viaggiante”. Evidentemente, l'amministrazione comunale della città romagnola non conosce la differenza – di non poco conto – che intercorre tra un acquario e una struttura itinerante.

Proprio per questo, l'Ente Nazionale Protezione Animali, che pure aveva puntato sulla città romagnola quale sede dei propri numerosi incontri sociali, contribuendo così ad alimentare l'economia locale anche nei mesi invernali, ha deciso - con una scelta condivisa da soci e sostenitori - di orientarsi verso località più rispettose degli animali e della sensibilità dei cittadini.

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