domenica 8 febbraio 2015

"Basta con il pignoramento per debiti di cani e gatti"


UN TELEVISORE al plasma, un impianto hi-fi, un comò dell'Ottocento e un setter. È un possibile elenco di beni sequestrati per debiti. Con l'aggravarsi della crisi i pignoramenti sono aumentati arrivando a sfiorare quota 5.500 l'anno, e nella lista dei beni da sottrarre ai debitori insolventi figurano anche gli animali domestici. Cani e gatti rischiano di finire all'asta per soddisfare un creditore. È già successo. Ad esempio Cryo, un pastore corso, nel 2010 è finito tra i beni pignorati per punire i conti non in regola della padrona.

Per evitare che quella scena si ripeta è partita una petizione online (#giulezampe su Change.org) promossa dalla conduttrice televisiva Tessa Gelisio e dalla Lega nazionale per la difesa del cane. Ma possibile che, nonostante i ripetuti proclami sui diritti degli animali, cani e gatti continuino a essere considerati come soprammobili?

"Effettivamente le nuove norme italiane che puniscono il maltrattamento degli animali non si conciliano con l'equiparazione tra animali e cose", risponde l'avvocato Michele Pezone, responsabile diritti Animali della Lega nazionale per la difesa del cane. "Se l'articolo 514 del codice di procedura civile vieta il pignoramento dei beni che hanno valore affettivo, come la fede nuziale, non si vede come si possa invece ritenere pignorabile un animale domestico che da anni vive insieme al suo proprietario. Il pignoramento deve colpire il patrimonio del debitore e non i suoi sentimenti. In questo caso, poi, alla violenza psicologica sul proprietario si aggiunge le sofferenza che si infligge all'animale, sradicato dal suo ambiente per destinarlo a non si sa quali strutture in attesa di una improbabile vendita all'asta".

Il divieto di sequestro per gli animali domestici non sarebbe un fatto inedito: in Austria e in Germania è già stato stabilito per legge che gli animali non sono cose e quindi non sono pignorabili. In Italia sono stati fatti passi avanti sul tema dei diritti degli animali con varie norme (dall'introduzione di pene per il maltrattamento, l'uccisione e il traffico illecito degli animali, fino all'inasprimento delle sanzioni per chi abbandona animali domestici) ma su questo punto la normativa non è stata cambiata. Anche se la vicenda riguarda potenzialmente più di 4 italiani su 10.

Antonio Cianciullo - La repubblica

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