venerdì 26 aprile 2013

10 domande per il Sindaco





A Francavilla non si era mai visto: cittadini in fila per sottoscrivere una petizione popolare per salvaguardare la bellezza della nostra città, persone che ripetono: “sono venuto apposta per firmare”… No, non si era mai visto.
Mentre continua a salire il numero delle adesioni all’appello salva tigli da parte dei cittadini, noi continuiamo ad attendere risposte ad alcune domande che stiamo rivolgendo al Sindaco da tempo, utilizzando ultimamente tutti i mezzi di informazione.
Per facilitare il compito al Primo Cittadino, ho pensato di mettere in ordine le varie questioni alle quali non viene data risposta.
1) Continuiamo a leggere Sue affermazioni relative alla “totale assenza di soluzioni alternative al taglio degli alberi”. Ci può spiegare, di grazia, per quale motivo lo stesso progetto dell’Amministrazione comunale prevede il rifacimento dei marciapiedi dal piazzale della Stazione a via Venezia lasciando gli alberi dove sono? Come mai in quel tratto di strada, dove i marciapiedi sono in condizioni di gran lunga peggiori di quelli sui quali si è già intervenuto, si può procedere al rifacimento dei marciapiedi salvando i tigli? In questo caso non vale il discorso che tra due anni i marciapiedi sarebbero di nuovo “punto e a capo”?
2) Si può sapere chi è l’agronomo a cui ha fatto riferimento nel corso dell’ultimo consiglio comunale, che avrebbe confermato l’assenza di soluzioni alternative al taglio degli alberi per il rifacimento dei marciapiedi?
3) Quali sono le particolari competenze di questo agronomo che La hanno indotta a non avvalersi del parere dell’agronomo comunale?
4) A proposito, qual è l’opinione dell’agronomo comunale sulla mancanza di soluzioni alternative al taglio degli alberi e sulla condizione di salute degli stessi?
5) Per quale motivo l’agronomo cui ha fatto riferimento senza nominarlo avrebbe effettuato questa perizia in modo gratuito, come da Lei affermato nel corso dell’ultimo consiglio comunale?
A proposito, l’ho sentita dire, nel corso dell’ultimo consiglio, che il Comitato salva alberi non aveva ben compreso quanto scritto dal Corpo Forestale dello Stato nella nota lettera che si conclude con le seguenti parole: “Appare difficilmente accettabile, anche alla luce del recente inquadramento normativo, un taglio a raso come unica soluzione percorribile”. Infatti, a Suo dire, il Corpo Forestale avrebbe scritto che, per salvare i tigli, l’Amministrazione comunale avrebbe dovuto rinunciare all’idea di risistemare i marciapiedi, a meno di non rifarli con manto erboso o con elementi posati a secco. Ha detto proprio così, e le sue dichiarazioni sono state riprese in diretta streaming.
Nella lettera, invece, il Corpo Forestale dello Stato, dopo aver proposto “la totale conservazione di alcune piante a minore impatto sui marciapiedi; la recisione della parte più superficiale dell’apparato radicale delle piante di maggiore impatto sulla superficie calpestabile; l’abbattimento di alcune piante tra cui quelle deperite e in cattivo stato vegetativo; il ripristino delle necessarie condizioni di struttura e fertilità agronomiche del terreno”, suggerisce, testualmente, “l’adozione, nella zona interessata dalle radici degli alberi, di un’idonea pavimentazione permeabile all’aria e all’acqua (es. grigliati, pavimentazioni carreggiabili e pedonabili erbose, a elementi posati a secco, ecc.)”. Dunque, a titolo meramente esemplificativo vengono indicate due tipologie di pavimentazioni alternative, a cui se ne possono aggiungere altre. Ed in ogni caso, non risulta che la Forestale abbia detto che bisogna rinunciare al rifacimento dei marciapiedi e meno che questi non vengano realizzati con erba o con elementi posati a secco. Da tali considerazioni discende la sesta domanda, che è la seguente:
6) Non le sembra di essere stato Lei a travisare quanto scritto dal Corpo Forestale dello Stato?
Vorrei aggiungere che proprio due giorni fa si è espressa sulla questione anche la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per l’Abruzzo, che dopo avere affermato di “condividere la preoccupazione sul progetto di abbattimento di un importante elemento del verde urbano di Francavilla”, ha concluso testualmente: “Si auspica che il Comune possa tener conto delle segnalazioni pervenute e delle valutazioni tecniche espresse nel merito dallo stesso Corpo Forestale, valutando soluzioni alternative e limitando gli abbattimenti allo stretto necessario”.
Dunque, oltre al Consiglio Regionale e a quello Provinciale, anche la predetta Soprintendenza, aderendo a quanto detto dal Corpo Forestale dello Stato, chiede all’Amministrazione comunale di rivedere il progetto e di valutare soluzioni alternative all’abbattimento.
Dalle predette considerazioni discende la settimana domanda:
7) Non si è chiesto come mai tutte le istituzioni si sono pronunciate in senso sfavorevole all’abbattimento indiscriminato dell’intero filare di tigli dalla Sirena al piazzale della Stazione e nessuna istituzione si sia invece espressa in senso favorevole?
Alla settima segue l’ottava:
8) Non è che per caso ne ha fatta una questione personale ed una ostinata dimostrazione di forza, a discapito dei malcapitati tigli?
Siamo rimasti sgomenti, poi, di fronte al manifesto che l’Amministrazione ha tempestivamente fatto affiggere, in cui si dà contezza di un sopralluogo effettuato in data 10/04/2013 (quando i lavori erano già appaltati!), e della rilevazione di una situazione diffusa di “stress” delle piante, con conseguente necessità di sostituirle (non si da a detta di chi) con “latifoglie indigene”, in modo da “migliorare la qualità estetica dell’impianto e la sua armonia con l’ambiente”. Il predetto manifesto si chiude con la scritta in grassetto: “Gli alberi saranno sostituiti con altri più adatti del tipo Sophora Japonica”.
Non riesco a trattenere le prossime domande, che raggruppo al numero nove:
9) Ma la Sopohora Japonica, importata dal Giappone e dunque chiaramente esotica, Le pare, anche a orecchio, una “latifoglia indigena”? E’ possibile una contraddizione di questo tipo nello stesso manifesto di “propaganda” comunale?
A proposito di propaganda. Anziché rispondere alla domande che Le stiamo rivolgendo da tempo, e soprattutto in questi ultimi giorni, ho visto che ha provveduto a scrivere un duro post sul Suo blog contro i rappresentanti delle forze politiche d’opposizione, ai quali chiede dove si trovavano quando  il Consiglio Comunale approvava la costruzione del Resort e del porto che ha riempito il nostro mare di cemento.
I suoi interrogativi mi offrono lo spunto per la decima e ultima domanda:
10) E Lei? Lei dove si trovava, e dalla parte di chi stava? La politica non la si fa solo dentro i partiti o dentro le istituzioni. Anche sottoscrivere una petizione, partecipare a una manifestazione, discutere con amici e parenti di scelte che riguardano il destino di un territorio, vuole dire fare attività politica.
Quando manifestavamo in piazza contro il Resort e contro il porto, non l’abbiamo vista. Non ha sentito il bisogno, pur non facendo attività pubblica, di dare un sostegno, un aiuto, un supporto, ai comitati che allora - come ora - cercavano difendere la nostra città dagli scempi ambientali che ora rinfaccia alla minoranza?
Dal nostro punto di vista, il taglio ingiustificato di un intero filare di tigli cinquantenari nel cuore della città è un nuovo scempio ambientale che si aggiunge ai precedenti, che abbiamo allo stesso modo denunciato e contrastato. Questa volta, però, stiamo avendo il supporto di tanti cittadini (1000 firme raccolte in due giorni è un dato eloquente) che Le chiedono di piantare pure i nuovi alberi all’Arenazze, ma di lasciare in vita quelli non ancora abbattuti, che sono stati il simbolo della rinascita di Francavilla dopo la guerra e che possono conferire ancora tanta bellezza alla nostra città.

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