domenica 23 settembre 2012

FARMACI E CAVIE UMANE: GOVERNO INDIANO AMMETTE DECESSI PER GRAVI EFFETTI AVVERSI


L’industria farmaceutica trincerata dietro la sperimentazione animale, miete molte vittime. Spesso la vivisezione viene giustificata come inevitabile per l’avanzamento delle cure alle malattie dell’uomo, nonostante lo sterminio di animali che solo in Europa arriva a 12 milioni ogni anno, ma l’opinione pubblica non viene sufficientemente informata di come l’alto prezzo di questo enorme business venga pagato sia dagli animali che dagli uomini.
L’ennesima conferma arriva da un articolo pubblicato sul quotidiano Avvenire (http://www.avvenire.it/Mondo/Pagine/india-1300-cavie-umane.aspx) secondo cui “l’India ammette ufficialmente le morti dovute alla sperimentazione di nuovi farmaci”. Secondo quanto riferito, “lo stesso ministro per la Sanità del governo di New Delhi, Ghulam Nabi Azad, sottolinea come un gran numero di decessi registrati negli ultimi anni sia dovuto a una serie di patologie, anche tumorali, collegate alla somministrazione di medicinali a scopo sperimentale e ai loro effetti collaterali”.
I trials su esseri umani in Paesi economicamente disagiati come India, Africa, Asia ed Europa dell’Est sono in forte aumento (raddoppiati dal 1995 al 2005) sottolineando come questo campo della ricerca sia spinto da un fattore determinante: il denaro, che condiziona fortemente la motivazione dei “volontari”, persone povere che chiedono un basso compenso per provare nuove molecole potenzialmente molto pericolose, già testate su animali, firmando consensi in lingue che non comprendono.
In India, secondo quanto riporta l’Avvenire, sono stati “668 i casi di morti per Sae (Serious adverse events, Eventi negativi seri) durante test clinici effettuati nel 2010 e i 438 casi del 2011, a cui vanno aggiunti i 211 casi del primo semestre di quest’anno”. 1.317 episodi in 30 mesi: 43 al mese!
La vivisezione è un abile paravento giuridico che permette di speculare sulla morte di milioni di animali producendo molecole e dati inutili per l’uomo che vengono, poi, testati su volontari sani e ignari del pericolo al quale si stanno sottoponendo”, commenta Michela Kuan, biologa responsabile LAV settore Vivisezione.
Dietro alla sperimentazione farmaceutica non c’è nulla di etico: milioni di animali e migliaia di cavie umane, sacrificati per testare farmaci la cui utilità per il genere umano è minima.
Solo l’1% dei farmaci lanciati sul mercato tra il 1974 e il 2004, infatti, erano formulati per trattare malattie tipicamente tropicali e tubercolosi che, invece, interessano più del 12% della popolazione, mentre le aziende farmaceutiche preferiscono investire in farmaci anti-obesità e per l’erezione che in trattamenti contro la malaria che infetta 500 milioni di persone all’anno”, conclude Michela Kuan.
Fonte: Ufficio stampa LAV 06.4461325 – 329.0398535 www.lav.it

Nessun commento: