I governi della
Federazione Russa Kazakistan e Bielorussia hanno proibito nell’Unione Doganale ulteriori
importazioni ed esportazioni di pellicce ricavate dalle foche “arpa”
(Pagophilus groenlandicus),
la specie prevalentemente perseguitata per la caccia commerciale in
Canada. Il bando fa seguito al veto dell’Unione Europea approvato nel 2009 (Reg.
CE 1007/09) ed alla decisione dell’ex Presidente Vladimir Putin di vietare la
caccia di questi animali sino ad allora praticata anche nel nord-ovest del Mare
di Barents e definita dallo stesso Putin “un’industria
sanguinaria”.
Il
Ministro russo per le Risorse Naturali Yuri Trutnev ha dichiarato: “Il massacro sanguinoso delle foche, l’uccisione di
animali indifesi, è ora vietato in Russia così come negli altri paesi più
sviluppati”.
“Il
commercio internazionale di prodotti di foca è ormai giunto alla
fine –
dichiara Simone Pavesi, responsabile LAV campagna Pellicce – Il Governo canadese si trova sempre più isolato nel
continuare a sostenere la caccia alle foche. Il mondo si sta chiaramente
muovendo in favore di una tutela di questi animali e della promozione di
attività economiche alternative; è ora che il Canada faccia lo stesso
cominciando a ritirare il ricorso avanzato in sede di OMC contro il bando
europeo”.
I due più grandi
partner commerciali del Canada – Stati Uniti e Unione Europea – hanno già
vietato il commercio di prodotti di foca. Più di 60 organizzazioni per i diritti
degli animali stanno lavorando per replicare questo risultato anche in Cina, ed
il governo di Taiwan ha già annunciato lo scorso anno l’intenzione di mettere al
bando il commercio di prodotti di foca. Con lo stop arrivato ora anche dalla
Federazione Russa, Kazakistan e Bielorussia che dopo la chiusura del mercato
europeo rappresentavano il 90% delle
esportazioni di prodotti di foca, il Canada ha ben poche possibilità
di diffondere questo riprovevole business.
Con
il mercato russo chiuso e un accordo lungamente promesso ma oggi sempre più
traballante di esportare carne di foca in Cina, il futuro dell’industria
canadese per la trasformazione di prodotti di foca appare sempre più nero. Per
il bene della propria economia e della propria popolazione, il governo canadese
deve prendere atto una volta per tutte che il mondo non vuole e non ha bisogno
di prodotti derivanti dall’uccisione, per di più cruenta, delle
foche.
Questo importante
risultato giunge in concomitanza con la nuova campagna LAV per vietare in Italia
l’allevamento, la cattura e l’uccisione di animali per la loro pelliccia.
A solo una settimana dal lancio della
petizione per sostenere la proposta di legge della LAV già depositata in Senato
e Camera, sono state più di 40.000 le firme raccolte in centinaia di piazze
italiane. La mobilitazione anti-pellicce della LAV prosegue ora
on-line dal sito www.nonlosapevo.com dove, anche
tramite l’ausilio di social network, i cittadini possono partecipare attivamente
per dire No alle pellicce.
Fonte: Ufficio Stampa LAV
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