lunedì 1 novembre 2010

Cacciatori capricciosi ed effetti delle forzature. Ma il vero problema resta la sicurezza: ed anche Arcicaccia mette la testa sotto la sabbia.

"In risposta al comunicato Arcicaccia del 29 ottobre, si comprende benissimo la posizione espressa dal suo presidente Osvaldo Veneziano, di stigmatizzazione delle forzature del mondo venatorio e del radicalismo della controparte anticaccia, al punto di chiedere espressamente il ritiro del DDL Orsi.
Il punto però non è la radicalizzazione dello scontro...", dichiara Daniela Casprini, presidente dell'Associazione Vittime della Caccia e aggiunge: "ci sono questioni che nella loro intrinseca verità non possono essere taciute o disconosciute: la sicurezza e l'ordine pubblico connessi all'esercizio dell'attività venatoria sembrano non essere percepiti dal presidente Veneziano come le questioni più drammatiche ed in questo contesto si allinea con l'ala venatoria più estrema, non toccando minimamente l'allarme sociale che coinvolge direttamente gli abitanti di zone a pianificazione venatoria, che ricordiamo essere ben il 70% del territorio italiano".
Prosegue la Casprini: "Temi, quello della sicurezza e dell'ordine pubblico, a più riprese sollevati anche dal Ministro del Turismo Brambilla, coerentemente col ruolo istituzionale di cui è investita.
Gli aspetti di merito sollevati dal Ministro non devono prestare il fianco a nessun tipo di strumentalizzazione politica poiché denunciano di fatto problemi reali e tremendamente seri, gli stessi che la nostra Associazione da tempo solleva.
Fa comodo disconoscere che il Ministro altro non è che lo specchio di una voce sempre più diffusa che di caccia e di violenza non ne vuole più sapere. La pressione venatoria non provoca solo vittime per armi da caccia ma, più in generale, rende i cittadini vittime ed ostaggi di un sistema politico clientelare che in tutte le sue articolazioni controlla poi la pianificazione e gestione del territorio, anche attraverso la destinazione venatoria coatta di terreni privati, contro la volontà del proprietario e con scarsissime possibilità d'opposizione dello stesso. Peccato davvero...", conclude la presidente dell'Associazione Vittime della Caccia: "... un'altra occasione persa dall'ennesima associazione venatoria per dare al dramma quotidiano delle vittime il doveroso e responsabile rilievo".
Ufficio Stampa Associazione Vittime della Caccia

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