domenica 3 ottobre 2010

Risposta del Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo sulle critiche alla nuova direttiva sulla sperimentazione animale

Leggo con dispiacere le parole con cui commenta l'approvazione della revisione della direttiva europea sul benessere degli animali utilizzati a scopo scientifico e con disappunto la disinformazione con cui gli organi di stampa hanno trattato questo tema.
Non si tratta, infatti, di un provvedimento legislativo a favore della vivisezione ma, al contrario, dell'introduzione di limiti più severi e controlli più rigorosi nell'utilizzo di animali per soli usi medico scientifici.
Io, in tutta coscienza ma non a cuor leggero, ho votato a favore di questo testo dopo più di un anno di negoziato che la commissione agricoltura -di cui sono presidente- ha condotto con la Commissione europea e il Consiglio.
Nel mio dovere di rappresentante dei cittadini democraticamente eletto sento il dovere di spiegarvi le ragioni della mia scelta.
La sperimentazione sugli animali esiste in Europa solo a scopo medico (il regolamento europeo del 2009 ne vieta l'uso per i cosmetici) e fino ad oggi è stata normata da una direttiva risalente al 1986 ormai divenuta obsoleta e che creava situazioni molto differenziate (in molti Paesi l'attenzione per gli animali è minima e si possono fare esperimenti molto più facilmente).
Era quindi necessario armonizzare le regole e introdurre maggiore rispetto per gli animali.
Questa direttiva dice che, a differenza che nel passato, ogni esperimento dovrà avere ben tre autorizzazioni preventive che dovranno valutarne la reale necessità e verificare che non ci siano metodi alternativi.
Ci saranno finalmente delle ispezioni e la presenza di un veterinario esperto in benessere animale in ogni stabilimento. Sarà inoltre istituito un comitato nazionale per il benessere animale.
Certo, non è la legge perfetta, ci sono ancora tanti passi da fare, ma voglio sottolineare che l'Europa dispone della migliore legislazione al mondo in materia di tutela e benessere degli animali.
A differenza di quanto riportato da alcuni organi di stampa, gli Stati membri che hanno una legislazione più severa potranno conservarla: ad esempio in Italia dal 1991 c'è il divieto di utilizzare cani e gatti randagi e tale resterà, e i Paesi che hanno invece legislazioni poco favorevoli per gli animali dovranno migliorare i loro standard.
Questa direttiva non è assolutamente un passo indietro ma un miglioramento rispetto al passato.
La dimostrazione è che la maggiore organizzazione animalista europea EUROGROUP FOR ANIMALS (che raggruppa tutte le associazioni europee, tra cui anche la nostra LAV) si è espressa a FAVORE di questo testo.
Potete leggere la loro posizione sul loro sito http://www.eurogroupforanimals.org/ in cui si spiega che questo testo approvato è migliore di quello precedente del 1986 e ora tocca ai Paesi membri adottare leggi per recepirla nel modo migliore possibile.
Ho riflettuto molto prima di questa scelta, ma posso dire con convinzione che il mio voto ha dato un contributo, seppur minimo, al miglioramento della situazione degli animali in Europa.
Cordiali saluti,
Paolo De Castro
Presidente Commissione Agricoltura e sviluppo rurale
Parlamento europeo

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