domenica 10 ottobre 2010

Da Tommasino a Tinker, quando fido diventa 'erede': un business da 35 miliardi


Roma, 9 ott. (Adnkronos) - Anche nel mondo a 4 zampe ci sono ricchi e poveri. E sono sempre di più gli animali domestici baciati dalla Dea Fortuna, diventati milionari da un giorno all'altro senza neppure saperlo. Perché i loro proprietari, divenuti ormai ex, quando erano in vita hanno deciso di nominarli unici eredi del proprio patrimonio scrivendo nero su bianco, con un testamento spesso olografo, che Fido o Micio dovranno essere curati e mantenuti da un'Associazione che si occupa dei loro diritti o da un 'tutore' che gestirà il denaro destinato agli amici pelosi.
Emblema di questa nuova tendenza che porta nella realtà la storia raccontata nella fiaba di Walt Disney 'Aristogatti', dove la micia Duchessa, con i suoi tre piccoli Minou, Matisse e Bizet, ereditano il sostanzioso patrimonio di un'eccentrica attrice parigina, è Tommasino. Un anno fa Maria Assunta, una danarosa signora romana, ha deciso di lasciare ville, terreni e ogni bene, per un valore di dieci milioni di euro, al suo adorato gatto, o meglio, all'associazione di volontariato che avrebbe accettato di prendersene cura. Dall'Italia a Londra: all'ombra del Big Ben, c'è Tinker, il Paperon dei Paperoni inglese in versione felina, che ha incassato ben 750mila euro. Secondo un sondaggio dell'Associazione italiana difesa animali e ambiente (Aidaa) che ha coinvolto 3mila proprietari di animali domestici, il 20% vorrebbe lasciare dei soldi per il mantenimento e per garantire una vita dignitosa dopo la propria dipartita a Fido o Micio, mettendo nel testamento delle quote destinate ad associazioni o privati.
Il 43% degli intervistati ha pensato almeno una volta di lasciare tutto in eredità al cane o al gatto di casa, mentre per 31%, non ha alcun senso anche solamente pensarlo, anche se spesso per loro si tratta di un 'figlio' a 4 zampe. Ma in media, quanto si vorrebbe destinare alle associazioni che si prendono carico di questo impegno? "La maggioranza degli intervistati - fa notare Lorenzo Croce, presidente Aidaa - pensa a una cifra di 15mila euro mentre il 3% devolverebbe tutta la sua eredità, molto spesso cospicua. Il 30% ha dichiarato di non voler dare un solo centesimo. La quota media da destinare agli animali è invece risultata essere di circa 35mila euro. E se questo dato viene proiettato sul totale delle famiglie che possiedono animali allo stato attuale, l'ammontare dei 'verdoni' lasciati dai padroncini in sede di testamento a favore di Fido, si aggira attorno ai 35 miliardi di euro".
Cifre da capogiro, tra scetticismo e dubbi di chi non comprende questa tendenza e la rabbia di chi si vede soffiare l'eredità da un animale. Ma che valore ha il testamento olografo in questi casi? E soprattutto, c'è il rischio che si speculi sulla pelle dei 4 zampe, facendo un cattivo uso del denaro ricevuto? A chiarire all'ADNKRONOS gli aspetti legali di questa pratica sempre piu' diffusa, è l'avvocato abruzzese Michele Pezone, che si occupa dei diritti a 4 zampe e cura, tra l'altro, la rubrica 'L'angolo dell'avvocato' sul sito degli Animalisti Italiani zampette.it. "La maggior garanzia per rendere valido a tutti gli effetti il testamento con Fido beneficiario - fa notare - è quello pubblico: è più sicuro e costoso, perché si lascia in mano al notaio, che lo pubblica dopo la morte del proprietario, e nessuno può farlo sparire. Con il testamento olografo invece, che è un pezzo di carta scritto interamente di proprio pugno dall'interessato, firmato e datato, c'è la possibilità che qualche aspirante erede possa toglierlo di mezzo alla morte del soggetto''.
Ma una volta che un'associazione o un privato ricevono l'eredità, si è proprio sicuri che quel denaro non sarà gestito per fini personali? "Per evitare speculazioni - chiarisce l'avvocato Pezone - si deve nominare un esecutore testamentario, una persona fidata che vigili sull'operato dell'associazione, per avere la sicurezza che la volontà del defunto venga rispettata".
Ecco che allora, è bene usare tutte queste accortezze, per far sì che la volontà di pensare alle cure di Fido, anche dopo la morte, venga rispettata completamente. Anche perché, le cause determinate da motivi di eredità in Italia sono moltissime, e possono durare anni. L'ultimo caso, quello del ricco signore milanese che nel testamento ha vincolato al soriano Michele, una delle sue proprietà immobiliari: un attico in via Nazionale a Roma, del valore di un milione di euro. L'erede a 4 zampe ha subito attirato le attenzioni dei parenti del ricco defunto, che hanno ingaggiato una battaglia legale per assicurarsi l'affidamento del soriano, adottato nel frattempo da un'altra fortunatissima famiglia.
Ma perché si preferisce lasciare tutto a un animale domestico, piuttosto che a un parente? "Questa tenedenza, ci fa riflettere - aggiunge Pezone - perché un cane o un gatto, non tradiscono mai le aspettative del padrone, ed è facile immaginare come spesso le persone sole e anziane, abbiano trovato in loro l'unica vera compagnia sincera. Ecco perché molti sono portati a un intento di questo tipo, e ciò non mi meraviglia''. ''Ma attenzione - conclude l'avvocato - a volte si tratta di persone milionarie che in modo eccentrico lasciano somme rilevantissime che spesso eccedono le reali esigenze dell'animale. E nel testamento allora sarebbe opportuno dire cosa fare delle somme in esubero. Magari, a chi non vuole lasciare nulla ai parenti consiglierei di lasciare come onere quello di trovare iniziative che vadano nella stessa direzione della propria scelta, come ad esempio costruire un canile per i 4 zampe abbandonati".

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